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Incontro con Roberto Camurri

“Fissa il ritratto che gli hanno fatto quando era bambino, cerca le somiglianze coi suoi genitori, vede, in quei tratti precisi e realistici, gli occhi di sua madre, lo spera. Il naso è quello di suo padre, gli stessi capelli, le stesse sopracciglia, si chiede quando inizierà a perderli, se sarà sposato, se avrà una famiglia, se Miriam lo amerà anche senza capelli, pelato e vecchio. Se lui sarà in grado di amarla quando a invecchiare sarà lei. Si chiede se saprà restare.”

Roberto Camurri presenta “Il nome della madre”. Siamo a Fabbrico, un paese in provincia di Reggio Emilia, a seguire le vicissitudini di un padre e di suo figlio, entrambi abbandonati, dalla moglie e madre, poco dopo la nascita del bambino. Questo romanzo di formazione, pubblicato da NN, riprende il filo del libro precedente di Camurri, “A misura d’uomo”: di nuovo l’atmosfera di un luogo piccolo che un po’ soffoca e un po’ rassicura, di nuovo in primo piano la fatica di amare. L’autore costruisce il suo romanzo scena per scena, dialogo per dialogo, silenzio per silenzio, riuscendo a rendere la sensazione fisica di un distacco subito e mai accettato.

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